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Un ferragosto del passato- cap 2


di Zindo
16.08.2024    |    2.729    |    4 9.8
"Almeno questo credetti, invece era solo un “vai” perché mentre io avanzai verso il letto lui si spostò verso il divano sul quale sedette a gambe divaricate, ..."
Io consumai la cena in albergo credendo che anche gli altri lo facessero, invece no, erano andati a cena altrove. Lo seppi dal cameriere al quale chiesi come mai non c'erano i “signori della 35”. Ebbi la sensazione netta di essere stato preso in giro avvertendo molti sentori di rabbia dentro di me. Prima di accettare la delusione mi imposi di aspettare le dieci. Per riempire il tempo andai a consumare non ricordo cosa al bar annesso all'albergo. Mancavano quattordici minuti esatti alle dieci (lo so perché guardavo in continuazione l'ora) quando apparve Giorgio, mi fissò, mi alzai per andargli incontro sorridendogli ma lui mantenne l'espressione fredda con la quale era arrivato, e si limitò a farmi un cenno, più con gli occhi che con il capo, come a dire “vieni”. Subito lo seguii verso l'ascensore e lui mi aspettò per salire insieme. Solo all'interno mi disse “Le donne sono già di sopra”.
Mi giustificai “Scusami. S'era detto alle dieci però”
Mi sorrise senza dire altro. Era visibilmente teso.
Uscì per prima dall'ascensore e mi precedette fino alla porta della sua camera e dopo averla aperta mi cedette il passo perché varcassi la soglia prima di lui.
Non credo che mi fossi fatto qualche idea sul come potevo trovare vestite le due donne, di certo non mi aspettavo di trovarle come erano: nude.
Non solo: ma anche già intende a sollazzarsi tra loro due. Nulla di trascendentale, solo semplici carezze reciproche ma stando adagiate sul letto. Non si limitavano certo a stare coricate; al nostro arrivo erano già avvinghiate, forse si stavano baciando. Si distaccarono nel sentirci entrare.
Giorgio mi suggerì: ”Lasciale fare” e cominciò a spogliarsi, facendomi segno con gli occhi per invitarmi a fare altrettanto. Comunicava molto con le espressioni Giorgio e poco con le parole.
Sul letto ora la più attiva era Paola che sfacciatamente accarezzava i seni di Marzia e depositava piccoli baci labiali sulle braccia e le spalle di costei, ma la più provocante era Marzia, la moglie di Giorgio che lasciava fare Paola e in aggiunta si accarezzava anche da sola tra le cosce con una mano, tenendo l'altra semplicemente poggiata sulla chioma di Paola, però guardava in modo provocantissimo me e Giorgio che ci spogliavamo, passandosi lussuriosamente la lingua tra le labbra. Ero già pervaso di desideri, e mi parve di percepire quanto grande fosse anche quello che pervadeva lei.
Giorgio fu svelto a denudarsi e attese quei pochi secondi in più che mi servirono per denudarmi totalmente anch'io poi, mettendomi una mano su un braccio di nuovo mi parlò con un gesto degli occhi e non con le parole come a dire “Coraggio, vai avanti tu”. Almeno questo credetti, invece era solo un “vai” perché mentre io avanzai verso il letto lui si spostò verso il divano sul quale sedette a gambe divaricate, fissando il letto e toccandosi il cazzo che faticava a diventargli veramente duro. Io invece già in ascensore, salendo verso le donne, avevo avuto stimoli erettivi. Poi, in camera, spogliandomi osservando le due donne che flirtavano tra loro, mi ero eccitato ulteriormente raggiungendo un'erezione totale e possente, di quelle che fanno stare il cazzo talmente in tiro da far percepire quasi un lieve, blando, dolore ai testicoli, al punto che non si può fare a meno di toccarsi sia il cazzo che le palle.
Marzia apprezzò emettendo un lascivo “Uhhhmm” guardandomi il sesso e leccandosi il labbro superiore. Paola forse pensò d'essere stata lei a suscitare quel sospiro di piacere e si fece più audace, scendendo con la sua bocca dai seni verso il ventre. Marzia l'assecondò adagiandosi comoda ed allargando le cosce, tendendo una mano verso me. Io mi avvicinai e lei mi afferrò il cazzo per un attimo, poi palpeggiò i testicoli, e di nuovo tornò sul cazzo per cominciare una specie di masturbazione. Era “fine” e “porca” allo stesso tempo Marzia, perché dilatò le narici, forse per assicurarsi della pulizia del mio corpo, ma il suo gesto sembrò più una brama sessuale che un annusare; guardò con insistenza il mio cazzo scappellandolo, forse per assicurarsi che non ci fossero macchie o qualcosa di sospetto, però lo fece come se il suo fosse uno sguardo di adorazione. Intanto Paola s'era messa tra le sue cosce, rannicchiata come un musulmano in preghiera, con la bocca sulla figa di Marzia, le braccia tese per continuare a toccarle i seni e il culo all'aria, forse offrendo in bella vista a Giorgio che era sul divano, le natiche e la figa secondo me ben visibile in quella sua posizione.
Mi misi un ginocchio sul letto per farmi ancora più vicino a Marzia, che intuendo la mia intenzione si spostò con il capo e cominciò a leccarmi il cazzo. Prima lungo l'asta, poi intorno alla cappella, infine si decise a prenderlo in bocca e cominciò ad elargirmi un pompino favoloso, mentre Paola le leccava magistralmente la figa. Era un pompino fantastico quello che mi stava facendo Marzia che cambiava spesso ritmo e tecnica, a volte aiutandosi anche con una mano altre volte facendo affondi totali, e farsi arrivare il mio attributo fino alla gola. Una che faceva pompini in quel modo non poteva che scopare divinamente. Per questo avvertii prepotente ed irrefrenabile la voglia di penetrarla in figa. Non mi feci scrupolo di andare con una mano verso Paola non per accarezzare anche lei ma per infastidirla, spingere altrove quella sua bocca perché sentivo urgente e prepotente il desiderio di impossessarmi io di quella umida e calda figa. Paola capì a volo e non oppose resistenza. Si spostò per lasciarmi il posto che io avrei preso subito ma Marzia mi trattenne con un gesto di mano. Capii il perché quando vidi Giorgio vicino a noi che mi offriva una busta già aperta di un preservativo. Lo tirai io fuori dalla busta ma me lo infilò Marzia e, finalmente, riuscii a penetrare quella donna fantastica, sotto gli occhi del marito e dell'amica lesbica.
Questi due comunque non è che si erano fermati per guardare me che mi lasciavo infilare il preservativo ma repentinamente si erano sdraiati uno a destra ed uno a sinistra di Marzia per accarezzarla a quattro mani. Giorgio ora aveva raggiunto anche lui la sua erezione e Marzia, appena finito di “vestire” il mio uccello, gli aveva preso il membro con la mano. Non mi fu facile trovare un passaggio per le mie mani tra quei corpi ma avevo pur bisogno di un punto d'appoggio per non cadere a peso morto sulla protagonista principale di quel cumulo, quella che ci stavamo gustando in tre: Marzia.
Non fu facile ma fu possibile e finalmente potei introdurre nella mia asta nel desiderato pertugio e godermi la tanto desiderata scopata vera e propria. Sentii dalle contrazioni e vidi dall'espressione del suo volto che Marzia gradiva molto. Sentii anche su di me le carezze sia di Paola che di Giorgio.
Ero ormai in preda alla passione, all'istinto, all'eros più elevato. Dovetti accettare però che Marzia baciasse a turno anche il marito e l'amica oltre me. Mi toccarono le briciole dei baci di Marzia ma, in compenso, io la trombavo e le altre due persone no. Provai a rivolgere un minimo di attenzioni anche a Paola ma mi fece segno di no con la testa, sorridendomi però, assolutamente non infastidita.
Giorgio che aveva tardato a carburare, come un trattore diesel che fatica a partire ma poi sprigiona potenza, raggiunta l'erezione non si era limitato a stringersi a noi ma stava praticamente sottraendomi psicologicamente la moglie. Io ero quasi solo un giocattolo, azionato e lasciato in funzione cioè andavo su e giù, dentro e fuori da Marzia, ma lei non mi considerava affatto, psicologicamente era tutta dedita al marito che la baciava, le toccava i seni, le strizzava i capezzoli distraendola da me. Per questo tornai ad interessarmi ancora di Paola, tendendo verso lei la mia bocca a labbra dischiuse e lingua affiorante. Paola capì al volo e questa volta venne verso la mia bocca con la sua e ci baciammo con non meno enfasi dei due coniugi, anche se probabilmente tra noi non c'era la stessa intesa, fusione di sensazioni, che c'era tra Giorgio e Marzia.
Dopo il bacio, mentre ancora scopavo Marzia, dissi a Paola “Mi piacerebbe fare all'amore anche con te”. Sorrise, mi disse “vedremo, forse, dopo, chissà..” e tornò con la bocca verso la mia.
Raccontare anche il resto che venne dopo sarebbe un proseguire la descrizione fredda di movimenti ed azioni di noi quattro e non renderebbe bene l'idea delle sensazioni, emozioni, piacere che provammo tutti e quattro, per questo evito di farlo e purtroppo non trovo parole adeguate per trasmettervi le sensazioni che provai, anzi provammo tutti e quattro. Vi dico solo che ricordando ora quell'episodio mi sono eccitato di nuovo al solo ripensarci.

Molti mi considereranno un vigliacco per quello che sto per dirvi ma i fatti non cambierebbero se io omettessi di riferire anche che non è la prima volta che ci ripenso e sempre mi sono eccitato al ricordo fino ad avere erezioni complete. Per alcuni anni ho convissuto con una donna che considero ancora importante per me sotto mille e più profili, ma sessualmente non voleva neanche sentir accenni a qualcosa che fosse meno che “ortodosso” e “normale” (praticamente accettava solo il sesso praticato a due usando solo gli organi corporei preposti, senza alcuno spazio neppure per le fantasie, cioè era sessualmente un disastro e per questo la nostra convivenza è finita anche se è rimasta la stima reciproca per altre qualità).
Orbene, in quel periodo, senza confessarlo alla mia compagna di allora, molte volte scopavo con le e pensavo a Marzia, Paola e anche a Giorgio. Un poco come allora che scopavo Marzia e baciavo Paola mentre Marzia pensava al marito, così dopo, scopavo la mia compagna pensando ad altre persone mentre lei pensava a chissà cosa, a chissà chi.
Ecco, quel mio essere fedele alla mia compagna con il corpo ma astrarmi con la mente mi fece provare schifo di me stesso al punto che poi ho interrotto io la relazione, ma ho capito cosa intendeva dire Giorgio quando lo conobbi, durante il nostro primo colloquio sotto l'ombrellone, a proposito del suo non essere geloso della moglie se costei, Marzia, faceva sesso con altri a sua saputa e ancora meglio, in sua presenza. Quello non era tradimento, io invece sì, tradivo la mia compagna. Almeno secondo me.
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